San Nicolò di Bari

La Chiesa con annesso convento venne eretta nel 1618 ad opera di Vincenzo Lucchesi sui resti dell’antica pieve di San Nicolò di Bari. Sembra che questa pieve fu la prima Chiesa edificata a Naro nel 393 con bolla di Papa Siricio, che destinò a Naro un sacerdote di nome Teodosio con il titolo di priore, che in quel tempo aveva autorità di Vescovo.
La Chiesa ebbe il nome di San Giuseppe e il convento fu chiamato “collegio degli orfani”.
Nel 1636 il collegio fu mutato in monastero femminile con il titolo di Santa Chiara. Dopo alcuni anni prese il nome di Maria SS. Annunziata o Badia Minore.
Nel 1785 la Chiesa fu eretta a parrocchia con il titolo a San Nicolò di Bari.
Architettonicamente la facciata assume particolare interesse. Infatti ci riporta al primo barocco siciliano ricco di tipici motivi ornamentali manieristici.
Sul portone d’ingresso c’è lo stemma nobiliare della famiglia Lucchesi Palli.

E’ composta su due ordini, verticalmente è ripartita in tre parti simmetriche rispetto all’asse centrale.
Nella parte centrale si ha un pregevole portale ricco di decorazioni, sormontato da un frontone aperto. Le due finestre anch’esse finemente decorate, che si aprono accanto al portale contribuiscono a dare maggiore vivacità all’insieme della facciata.
La parte superiore è dominata da una grande finestra di forma rettangolare. Il prospetto della chiesa scandito da un ritmo incrociato di cornici e paraste è affiancato dalla torre campanaria, dove sino al 1821 si trovava una singolare campana proveniente dall’antica pieve di S. Nicolò di Bari recante la data del 580.
La composizione dell’interno, ad impianto longitudinale simmetrico ad aula, senza transetto è giocata sul valore della luce della finestratura a secondo ordine che sottolinea i contrasti plastici del coro e dell’abside.
Le pareti della chiesa sono ornate da stucchi e da alcune tele di ignoti autori.
La cosa più rilevante resta un magnifico fonte battesimale con le armi di Casa Aragona, analogo a quello esistente nella chiesa di S. Caterina, ma di diversa fattura. Si trova entrando a destra. Porta la data incisa sul basamento: A. D. MCCCCLXXXX (1490).
Questo fonte battesimale presenta un’ingegnosa struttura dove mirabilmente sono fusi motivi ornamentali e funzionali.
Singolare è il ricco fogliame a rilievo finemente lavorato, che adorna la pila del fonte. La colonna che sorregge la parte superiore porta incisi quattro stemmi: il primo è quello della casa reale Aragonese, intrecciato; il secondo invece porta i segni IHS, simboli della devozione a nome di Gesù propagandata in quel periodo dai Francescani e particolarmente da S.Bernardino da Siena e dal Beato Matteo; il terzo è lo stemma del comune di Naro con le tre fiamme che campeggiano nello scudo; l’ultimo porta una pina col suo peduncolo a rilievo, probabilmente stemma della famiglia che lo commissionò.
Nella stessa Chiesa si conservano alcune tele di discreta fattura tra cui una Sacra Famiglia, nel primo altare a sinistra, della scuola di Pietro d’Asaro; un Cristo crocifisso e una tela delle anime purganti (1887) nel secondo altare, e una Madonna Addolorata consolata da Gesù, di Francesco Guadagnino; entrando a destra vi è la tela del martirio di San Bartolomeo alquanto rovinata; di rilievo è l’altare con la tela della Deposizione, ornata da sette piccole tele, veri bozzetti di delicata fattura, che si possono attribuire al Provenzani.
Dalla descrizione di Fra’ Saverio Cappuccino, risulta che fino al secolo scorso esistevano, nella chiesa, altre tele, che non sono giunte sino a noi.


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